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La Barbera di Ian d’Agata

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La Barbera di Ian d’Agata

“L’ormai noto vitigno Barbera è coltivato in molte regioni italiane, ma la sua madre patria è il Piemonte”
– Ian D’Agata

Ian-DAgata

Ian d’Agata

L’esperto Ian D’Agata, celebre wine critic, consulente scientifico di Vinitaly International e Direttore Scientifico di Vinitaly International Academy, ha scelto di parlare proprio della Barbera d’Asti nello speciale di Decanter dedicato ai dieci migliori terroir d’Italia. Tra le 70 Barbera d’Asti degustate, D’Agata ha scelto soltanto 18 GREAT EXAMPLES, tra cui siamo orgogliosissimi figuri Lequlibrio.

Come mai il critico statunitense ha scelto di parlare di Barbera d’Asti? Perché, come scrive: «L’unico lato negativo della Barbera d’Asti è che molti appassionati ed esperti di vino non sono consapevoli della sua grande qualità».

La Barbera è uno dei più famosi vitigni italiani coltivato non solo in Piemonte, ma in molte regioni d’Italia, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania incluse. Non a caso la Barbera è il sesto vitigno maggiormente coltivato nel territorio italiano.

Tuttavia, è indubbio che la sua resa migliore sia sul suolo piemontese e, vini come la Barbera d’Alba, la Barbara d’Asti, la Barbera del Monferrato e la Barbera dei Colli Tortonesi sono più ambiti. Per darvi una prospettiva della sua fama, considerate che il 33% dei 45,000 ettari coltivati a vigna, in Piemonte, è dedicato alla Barbera.

Inoltre, questo è uno dei rari casi in cui le varie denominazioni riflettono la diversità dei vini. Ad esempio, mentre la Barbera d’Alba è solitamente rotonda e corposa, quella del Monferrato dura e diretta, la Barbera d’Asti si presenta tipicamente la più travolgente e vivace.

La Barbera d’Asti – un DOCG che vanta 3,915 ettari di vigna e 2,456 produttori, 30 dei quali sono cooperative – presenta due versioni di altrettanto successo: la barricata e quella invecchiata solamente in acciaio, più precisa e fruttata. Sicuramente la Barbera d’Asti Superiore, prodotta con uve selezionate e affinata in legno per almeno 6 mesi, è migliore della Barbera d’Asti. Le colline sabbiose-marnose e fertili dell’astigiano (Patrimonio Unesco dal 2014) sono la casa anche per una piccola enclave chiamata Nizza, una delle tre sotto-zone della Barbera d’Asti, insieme a Tinella e i Colli Astigiani. Di queste, Nizza si è rivelata generatrice delle migliori e più longeve Barbere d’Asti. In passato veniva chiamata Barbera d’Asti Superiore Nizza, fortunatamente oggi il nome è cambiato semplicemente in Nizza. I migliori vini sono bilanciati e potenti, capaci di invecchiare magnificamente dagli otto ai 10 anni».

UN FUTURO PROMETTENTE

Continua Ian D’Agata: «L’unico lato negativo della Barbera d’Asti è che molti appassionati ed esperti di vino non sono consapevoli della sua grande qualità. La buona notizia è che le cose sembrano cambiare. Il Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, diretto dal dinamico Filippo Mobrici, sta crescendo costantemente, con 33 nuove aziende nel 2015 (in totale ci sono oltre 200 membri), un nuovo ed intuitivo sito internet (www.mynameisbarbera.com) e numerosi eventi in Italia e oltre, per diffondere la qualità e l’unicità dei territori e dei vini astigiani. Il tutto in aggiunta ad incredibili degustazioni per i wine lovers organizzati in ogni dove».

«Ho degustato le seguenti etichette di Barbera d’Asti e Nizza presso l’Enoteca Regionale di Nizza, nel gennaio 2016, dove le bottiglie sono state riunite insieme secondo la mia richiesta. Ho assaggiato più di 70 vini e non mi ha stupito trovare una qualità così alta, al limite del possibile. I vini degustati erano di diverse annate, inclusi i giovani 2014, caratterizzati da un’alta acidità, gli equilibrati 2013 e i corposi 2012 e 2011, entrambe annate molto calde».

Sul numero 8, Volume 41 di Decanter troverete tutte le 18 etichette selezionate da Ian d’Agata, su ciascuna delle quali il critico ha scritto una valutazione approfondita. Tra queste non manca la nostra Barbera d’Asti 2013, Lequilibrio, portabandiera delle nostre Barbera d’Asti, sulla quale lavoriamo instancabilmente puntando all’eccellenza.

Ecco cosa scrive D’A-gata: «Rotonda, uno stile vellutato che punta a compiacere e ad avere successo; un grande vino dai sentori di cioccolato e prugna che conquisteranno chi ama le etichette ambiziose e amabili”. Voto 90».