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Monferrato goloso: robiole, finocchini e krumiri

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Monferrato goloso: robiole, finocchini e krumiri

Continua il nostro viaggio nelle specialità Monferrato con le robiole, i finocchini e i celebri krumiri.

Dopo esserci occupati del Cardo gobbo di Nizza Monferrato, della farinata e degli agnolotti d’asino, il nostro menù a base specialità monferrine prosegue con i formaggi e i dolci, anch’essi figli di una tradizione antica, legata a ricette semplici, figlie dell’intuito e della capacità contadina di valorizzare ciascun ingrediente in maniera estrosa e, soprattutto, gustosa.

FINOCCHINI

1_finocchini_resI Finocchini sono biscotti di forma rettangolare che prendono il nome dai semi di finocchio contenuti nell’impasto (gli altri ingredienti sono uova, farina, lievito, zucchero, miele, e gocce d’essenza di anice). Dall’aspetto simile alle fette biscottate, hanno una lunghezza di circa 10 centimetri e un appetitoso aspetto dorato. Noti anche come “Fenoglietti” o “Maggiorini”, dal nome del pasticcere che l’inventò, pare che siano nati per caso: un mastro dolciario di Refrancore stava preparando dei frollini con l’impasto del Pan di Spagna ma, per errore, versò dell’anice nel composto. Questo tipo di biscotto, riconosciuto con decreto presidenziale del 7 giugno 2012 come Prodotto Agroalimentare Tradizionale, è la specialità della Pasticceria Fratelli Grossetti a Refrancore.

Abbinamento consigliato – Finocchini e Passito di Ruchè LACCENTO

KRUMIRI

krumiri_I krumiri, o crumiri, sono dei biscotti tipici di Casale Monferrato che hanno la particolarità di essere preparati senza l’ausilio dell’acqua: si ottengono infatti mescolando farina di grano tenero, uova fresche, burro, zucchero e vanillina pura. Questi dolci furono creati nel 1878 dal pasticcere casalese Domenico Rossi: secondo la leggenda, quest’ultimo invitò alcuni amici nel suo laboratorio artigianale e, per sbalordirli, improvvisò la ricetta che ancor oggi la tradizione mantiene. Il nome deriva da “crumiro”, cioè l’aggettivo con cui si indica in maniera spregiativa un lavoratore che non aderisce ad uno sciopero sindacale, con la conseguenza di diminuire l’efficacia dell’astensione dal lavoro e di rafforzare la posizione del datore di lavoro. Questi biscotti – di cui pare che fosse ghiotto il re Umberto I di Savoia – hanno ricevuto il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale e sono protetti da un brevetto fin dal 1972.

Abbinamento consigliato – Krumiri e Moscato d’Asti Docg SAN CARLO

ROBIOLE

La Robiola di CocconatoCocconato_res

La Robiola di Cocconato è un formaggio PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale italiano) molle a pasta bianca, privo di crosta. L’esterno è più consistente, mentre la parte interna rimane cremosa. In passato – quando le massaie di Cocconato lo prepararono per la prima volta – era prodotto con latte crudo di vacca intero, mentre adesso viene utilizzato latte pastorizzato ad acidità naturale, assieme a fermenti lattici, sale e caglio. Il suo gusto fresco e dolce, leggermente acido, facilita la sua consumazione al naturale; tuttavia, viene comunemente usata come ingrediente di numerose ricette.

Abbinamento consigliato – Robiola di Cocconato e CALYPSO

 

La Robiola di Roccaverano

3_Robiola Roccaverano_resLa Robiola di Roccaverano invece, a differenza del precedente, è a pasta cruda e deve contenere come minimo il 50% di latte caprino, che può essere integrato con percentuali variabili di latte vaccino e/o ovino. Questo formaggio, l’unico caprino DOP d’Italia, ha una storia antichissima: già noto nel periodo celtico, ne parlò già Plinio e nel 1899 il sacerdote Pistone scrisse delle cronache in cui ne faceva risalire le origini al periodo celtico. Se consumata fresca la robiola di Roccaverano offre un quadro organolettico seducente: si avvertono al naso buone sensazioni di yogurt, di erba verde e di nocciola; mentre al palato presenta una straordinaria sapidità.

Abbinamenti consigliato

Robiola di Roccaverano e Grignolino d’Asti GRIGNÈ